Avete spazio da condividere con la flora autoctona? Si? Allora la flora autoctona sarà felice di condividerlo con Voi.

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Importante! Dall'inizio del 2013 siamo diventati "piccoli produttori", di conseguenza non possiamo più emettere fattura e passaporti fitosanitari, normalmente necessari negli interventi a finanziamento pubblico.

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Per eventuali contatti non esitate ad utilizzare il seguente indirizzo:

nadiaenrico@tiscali.it


L'indirizzo nadia_enrico@alice.it non è più funzionale.

venerdì 29 maggio 2009

La logica consumistica nel vivaismo.

Tornando sull'argomento del precedente post, riprendo dal punto in cui ho scritto che non possiamo legare la produzione di determinate specie al raggiungimento di determinate misure tali da consentirne la commerciabilità senza che nessuno abbia timore di aver acquistato piante deboli o malate. All'inizio della nostra attività ci siamo posti delle regole semplici e precise, tratte da considerazioni più che scontate su come si riproducono le varie specie in natura; abbiamo considerato che tutte queste si riproducono per seme e solo poche si riproducono anche per via vegetativa in determinate situazioni; abbiamo considerato che ad ogni stagione è possibile raccogliere seme di parte di queste, e che in un ragionevole numero di stagioni si arriva a raccogliere tutte le specie poichè molte fruttificano irregolarmente; abbiamo considerato che le piante nate e cresciute spontaneamente in assenza dell'intervento umano costituiscono spesso un termine di paragone difficile da eguagliare nella coltivazione; abbiamo quindi desunto da tali considerazioni che è inutile andare contro natura cercando scorciatoie per produrre piante robuste in tempi ridotti, ma che è necessario assecondare tutte quante le condizioni che si verificano in natura col susseguirsi delle stagioni.
In tal modo stiamo mettendo a punto un sistema di coltivazione che non può dare risultati vistosi in tempi brevi, ma che dà risultati normali in tempi naturali.

venerdì 22 maggio 2009

Specie rare e sconosciute= specie poco vendute.

Dopo una dozzina d'anni d'esperienza, spesso mi chiedo cos'è che spinge gli acquirenti a scegliere una specie piuttosto di un'altra; ho notato che in molti non si lasciano convincere dal venditore nell'effettuare la scelta, soprattutto se questo sta cercando di proporre loro una specie rara; normalmente le specie rare sono sconosciute alla maggioranza delle persone le quali mostrano diffidenza nei loro confronti; è molto più facile che questi scelgano tra le piante ornamentali che vanno per la maggiore, esprimendo così una loro necessità d'identificarsi in una determinata fascia di presunto benessere, piuttosto che scegliere una specie che nessuno conosce e che potrebbe indurre una sensazione di emarginazione e disagio.
Ho notato anche che molti hanno assoluto bisogno di acquistare piante che giustifichino pienamente l'esborso della cifra richiesta: normalmente i parametri osservati per soddisfare quest'esigenza sono le dimensioni della pianta e la vistosità dello stato vegetativo di questa spesso considerati, e non sempre a ragione, come garanzia di ottima salute.
Diventa particolarmente difficile quindi proporre tutte quelle specie a crescita lenta, poco appariscenti o che manifestano le loro carattaristiche ornamentali in periodi diversi da quelli ideali per la messa a dimora, o dopo parecchi anni dalla messa a dimora: la logica consumistica impone che per poter essere venduto un prodotto debba raggiungere determinati standard che siano indiscutibilmente tangibili al momento della vendita, poco importa sapere come questi standard siano stati raggiunti.
Noi siamo costretti a sovvertire questa logica.

giovedì 7 maggio 2009

Che fine fanno le piante invendute?

La coltivazione di semenzali di specie forestali, arbustive e arboree, in contenitore è una forzatura e una condizione anomala per le piante, le quali possono sopportarla per 1 massimo 2 stagioni, dopodichè si rende necessario ricoltivarle in contenitori più grandi.
La ricoltivazione è fattibile solo se la specie è difficilmente reperibile come seme e adatta a sopportare l'ulteriore condizionamento del contenitore; se la specie è facilmente reperibile come seme ad ogni stagione e si stressa notevolmente rimanendo in vaso non conviene anche economicamente trasferirla in un contenitore più grande e dopo due anni le piante vengono gettate nei cumuli di compostaggio: un vero peccato!
Ogni anno un gran numero di piante fa questa fine, eppure spazi per metterle a dimora ce ne sarebbero col solo imbarazzo della scelta.
Per cercare di trovare posto alle piante invendute, metteremo appositi annunci su questo blog, quindi chi potesse essere interessato stia all'erta!