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Importante! Dall'inizio del 2013 siamo diventati "piccoli produttori", di conseguenza non possiamo più emettere fattura e passaporti fitosanitari, normalmente necessari negli interventi a finanziamento pubblico.

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lunedì 29 giugno 2009

Nutrimento delle piante.

Attualmente è molto in voga l'abuso di concimi di sintesi anche nell'allevamento delle piante destinate a interventi di ripristino ambientale, piante che normalmente non vengono più controllate dopo la messa a dimora.
Sono profondamente convinto che una pianta allevata in vivaio con l'utilizzo di concimi di sintesi, sia viziata e incapace di convertirsi alla disponibilità di nutrimento naturale presente nel luogo di destinazione; a supporto di questa affermazione posso portare soltanto l'evidenza dell'inadeguatezza che queste piante mostrano nella loro struttura dopo la coltivazione in vivaio: apparato radicale debole con poche radicole erbacee che scompaiono quasi durante i mesi freddi, parte aerea "filata", ossia molto sviluppata in altezza ma poco in diametro del fusto, al punto che spesso queste giovani piante non si autosostengono piegandosi per il loro stesso peso o ondeggiando al vento; fogliame in vivaio molto rigoglioso e internodi lunghi denotano una concimazione azotata spinta, che per alcune specie può portare a problemi fitosanitari dopo la messa a dimora.
Nel nostro vivaio quindi abbiamo deciso di ricorrere solo alle concimazioni organiche, che unite ad una irrigazione moderata portano i seguenti risultati: apparato radicale robusto e ricco di radicole erbacee, parte aerea rigida, con colletto ben sviluppato, internodi brevi e gemme ben sviluppate.
Giovani piante così ben equilibrate hanno un facile attecchimento in tutte le situazioni, sempre che la messa a dimora venga effettuata nei modi e nei tempi giusti.

mercoledì 24 giugno 2009

L'adattabilità delle piante.

Negli ambienti naturali le varie specie entrano continuamente in competizione tra di loro, in particolare le specie arboree con quelle arboree, quelle erbacee con quelle erbacee e cosi via; esistono poi specie che si consorziano con altre, o che traggono vantaggio dalla loro ombra e, ovviamente al contrario, specie che non sopportano altre e in particolare la loro ombra; si tratta di interazioni molto complesse e suscettibili di infinite variazioni, che però alla fine conducono ad una conclusione: tutte le specie sono molto adattabili e lottano per sopravvivere anche in condizioni lontane da quelle delle loro stazioni naturali, però soccombono alla lunga nei confronti delle specie che formano la vegetazione naturale del posto dove vengono messe a dimora.
E' importante quindi, in qualsiasi intervento, scegliere le specie tra quelle che possono adattarsi molto bene al posto prescelto, in modo da ridurre al minimo i problemi di crescita e fitosanitari, prendendo in considerazione una lista il più possibile ampia, ma senza cedere alla tentazione di scegliere le specie in base alla loro bellezza, simpatia o, nel caso delle varietà ornamentali, della loro presunta commerciabilità modaiola.
Riepilogando brevemente, l'adattabilità deve essere stabilita nei riguardi del terreno, della disponibilità idrica, dell'esposizione, della quota altimetrica e della presenza/assenza di altra vegetazione; la prova della riuscita dell'adattamento di una specie introdotta in un determinato posto, è data dalla constatazione che questa sviluppandosi è in grado di riprodursi bene per via sessuale, senza ulteriori interventi antropici.